T.F.T sta per tintoria, finissaggio, tulle. Un'azienda straordinaria, superautomatizzata, dai cicli di lavorazione delicati e complessi. I macchinari incantano a vederli all'opera. Questo moderno gioiello ha sede su un'area di 8.000 mq nella zona industriale di Segrate, dove ha messo le tende nel 1969. Marco Spagna, raffinato ed elegante signore è oggi l'amministratore delegato.
Le origini
«La nascita di questa azienda va tutta attribuita all'intraprendenza di mio padre Mario, purtroppo scomparso nel 1987 a 72 anni - dice cordiale il signor Marco che ha il potere di mettere subito a suo agio l'interlocutore. Un napoletano trasferitosi a Milano dopo la guerra, ma che già negli anni Trenta vendeva articoli di merceria in mezza Europa, soprattutto in Belgio e Francia. Viaggiava sempre con enormi valigioni e mamma Silvana lo aspettava trepidante. A un certo punto papà è entrato in contatto con una ditta francese che produceva tulle di seta (tulle infatti deriva da Tulle, città transalpina del sudest della Francia che per prima inventò il metodo di lavorazione di questo tessuto, ndr) e ha cominciato a importarlo trasferendosi prima a Novegro a fine anni Cinquanta e poi costruendo la fabbrica qui a Segrate».
L'attività non ha mancato di dare subito buoni, anzi ottimi frutti perché quel tessuto che può essere realizzato in fibre sintetiche e naturali (cotone, viscosa, sete e lana) ha cominciato a conquistare il mercato mondiale.
Il tulle infatti, tessuto creato da fili che si intrecciano in modo molto aperto creando una rete trasparente ma molto stabile, ha avuto e ha l'impiego in tanti settori: nell'arredamento, nella moda, negli abiti da sposa, nella danza, nella decorazione floristica e dolciaria, nei travestimenti carnevaleschi, nel teatro per le scenografie, in quanto il tulle è semitrasparente quando è illuminato da dietro e opaco quando lo è davanti. Ma è soprattutto nella moda femminile che trionfa. Il tulle fa sognare le donne, le fa sentire trasparenti, leggere, affascinanti, agili.
«Lo sviluppo di questa azienda - dice il signor Marco - lo dobbiamo all'ingresso di mio fratello Dario negli anni Settanta, che poi se n'è uscito rimandone però socio, con importanti investimenti che l'hanno resa moderna e automatizzata, tanto è vero che abbiamo solo 42 dipendenti per farla funzionare, all'altezza delle esigenze di mercato. L'altra mia sorella Anna lavora in amministrazione.
Presenza internazionale e innovazione tecnologica
Così ora produciamo il tulle e lo esportiamo in tutto il mondo, specie in Asia, Medio Oriente, Est europeo, Sudamerica e ovviamente in Europa. Per le esportazioni ci serviamo di agenti che tengono i rapporti con le grande aziende. Noi andiamo negli show-room dei clienti che fanno le loro scelte e comprano il prodotto a rotoli che misurano mediamente 150 metri al costo che varia dai 2 ai 15 euro al metro, a seconda del materiale.
Complessa e delicata la produzione del tulle che si divide in tre fasi: la tessitura, la tintura e il finissaggio che è l'insieme delle operazioni di lavorazione che si applicano ai tessuti per migliorarne l'aspetto, la mano, le proprietà e le possibili applicazioni. È ovviamente la seta, «impiegata nell'abbigliamento per l'altissima moda», il materiale che costa di più, seguono il cotone «per l'abbigliamento dell'alta moda», il nylon «per i vestiti» e il poliestere «per l'intimo e l'arredamento».
L'importanza dei colori
«Lavoriamo - spiega il signor Spagna – con cartelle di colore, lo stock-service di 400 tonalità che possono diventare di più in base alle esigenze dei clienti: lo stilista propone e noi eseguiamo. Un lavoro difficilissimo, quasi snervante, che mette a dura prova i nostri tecnici che si affidano allo spettrofotometro, la macchina che elabora i colori la quale dice se le... proposte fattele sono compatibili, fattibili».
Per sorprendere la concorrenza i grandi stilisti si combattono sui colori che vogliono, pretendono nuovi, originali e noi ovviamente cerchiamo di accontentarli. ll ramo più difficile da soddisfare è quello della corsetteria. Un reggiseno, infatti, è composto almeno di 13-15 elementi, componenti di varie aziende e quindi è difficile tenerli tutti in sintonia.
La crisi mondiale scoppiata nel 2008 ha toccato anche la sua azienda?
«Sì, purtroppo. Gli anni più difficili sono stati proprio il 2008 e 2009, ma da allora c'è stata sempre una costante ripresa».
Fonte: Segrate Oggi (5 novembre 2015)